Dove vanno a finire le candeline della torta di compleanno, una volta spente? L'ho capito dopo la morte dei miei genitori. Venduta la casa di famiglia, si doveva liberare di mobili e suppellettili, per consegnarla libera ai nuovi proprietari. Tra le tante cose che mia madre ostinatamente conservava c'era in un cassettone che si faceva fatica a riaprire, un quantitativo sconsiderato di candeline colorate, smozzicate, storte, rotte, consumate a metà. Forse tenute da parte per compleanni che, da un certo momento in poi, non si sono celebrati più. Per garantire un po' di luce nei bui tempi a venire.
Quello che in me vedi è il tempo dell'anno In cui ingiallite foglie pendono dai rami e cadono rabbrividendo incontro al gelo nude rovine ove già cantavano gli uccelli. Quello che in me vedi è il crepuscolo del giorno Che ad occidente svanisce nella sera e piano piano la notte nera inghiotte ombra di morte in cui tutto si placa. Quello che in me vedi è il brillar del fuoco che tra le ceneri di gioventù giace come sul letto di morte in cui ha fine oggi consunta da ciò che la nutriva un dì. Questo di me tu vedi che l'amore tuo accresce Perché meglio tu possa amare chi lascerai tra poco. That time of year thou mayst in me behold, When yellow leaves, or none, or few do hang Upon those boughs which shake against the cold, Bare ruined choirs, where late the sweet birds sang. In me thou seest the twilight of such day, As after sunset fadeth in the west, Which by and by black night doth take away, Death’s second self that seals up all in rest....