Scrivere. Prima è perfetta solitudine. Alla fine tutto è di tutti. Ma solo alla fine.
Marina Schiavinato Dal momento che termini uno scritto, qualsiasi forma esso assuma, appartiene al lettore....
Bruno Martellone D'accordissimo, anche se con la precisazione che il "momento" in cui il testo non è più dell'autore, ossia la conclusione della scrittura, non necessariamente è seguito e comunque coincide con l'acquisto in favore di altri o di tutti. Questo a rigore si ha solo con la "lettura". Che può anche non esserci, dipendendo il "seguito", una volta concluso il testo, da vari e non sempre prevedibili eventi. Ad esempio la distruzione del testo, magari ad opera dell'autore, il suo smarrimento (basta non ricordare il titolo del file, a volte). Anche l'indicazione data al destinatario di non divulgare il testo, oppure il c.d. "incest-inaggi-o" avvenuto dopo solo tre pagine di lettura ed ogni altra forma di mancata pubblicazione, nella misura in cui impediscono la lettura o limitano la circolazione del testo, rendendo eventuale e variabile seguito, ne condizionano in senso risolutivo o sospensivo l' "appartenenza" ad un determinato e concreto lettore o ad un "lettore" potenziale. Lettore che, proprio in quanto di fatto o di diritto il testo gli appartiene, da quel momento diventa (ri)scrittore del medesimo.
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