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Visualizzazione dei post da aprile, 2015
Una bambina sola in fondo al corridoio si accusava per errori non suoi. Non era sua la colpa se le parole nel vocabolario non c'erano. Per entrambi era l'inverno ed io non sapevo spiegare non sapevo come placare il pianto. Ci vollero i fiori di primavera per dare voce al tuo sorriso e l'attesa valeva la pena. L'estate prossima manterrò anch'io la promessa A San Lorenzo vedremo entrambi la stessa stella.
Forse una cosa l'ho imparata. Non si può reggere a lungo l'equilibrismo tra impulsi opposti, mediare all'infinito tra le proprie inclinazioni e ciò che ci viene richiesto dal mondo. Il mondo ha le sue leggi e alle volte l'impegno a cambiarle non basta. A volte è perfino un alibi per non fare i conti con sé stessi. Occorre trasgredirle francamente e di cuore.
Ho sognato il lungo corpo flessuoso di Jessie. So bene che adesso è lontana, ma un tempo io l'ho posseduta come mai ho posseduto una persona. L'ho avuta nella mia mano come si tiene una cosa e poi l'ho buttata via. Il suo nome orientale era Serpente Blu e Jessie o Jessica era solo come io la chiamavo, essendo il suo signore e padrone. Ho sognato quella notte in cui mi svegliò all'improvviso graffiandomi a sangue sul collo. Era bellissima e soffiava come un rettile. Non era Jessie, ma il Serpente Blu del suo nome orientale.  Mentre gridava e mi fissava con il terrore negli occhi, io provai ad accarezzarla dicendole sono qui, sono io e lei allora scese dal letto e si chinò davanti a me offrendosi alla mia punizione. Parlava la sua lingua e io non capivo. Forse era la sostanza che a volte le vedevo prendere di nascosto che l'aveva trasformata a quel modo, ma qualche volta ho pensato che fosse un mio misterioso potere a soggiogarla ai miei piedi. Allora la presi contro
Due minuti fa in bagno ho guardato nello specchio. Beh, che c'è da guardare? mi ha detto. Niente, son proprio bellino, ho risposto.
Liquido flusso di linfa sotto lo specchio immobile.  Nell'ora che non sa di sapere tace la fanfara d'avorio all'assolo del merlo d'acqua. Unica traccia del volo una lieve increspatura di piuma caduta.
L'unica maschera che non porterò in scena è la mia. L'attore che è in me lo sa da tempo.
la vida es un borracho una ebriedad de espanto un lugar en el cieno una ebriedad de lodo que cae de mi boca, formando el poema (Leopoldo Maria Panero)
L'ho sognato l'altra notte. Era uno scolaretto col grembiule nero ed il fiocco azzurro. "Papà" mi ha detto, "perché sono morto se nemmeno sono nato?"

SS. ANGELI

Le jene avevano fretta di finire Per costringerli a ballare l’ultima volta Li hanno calati giù dalla balconata In un tripudio osceno di ferocia Gli angeli ribelli hanno chiuso gli occhi Pensando così di salire al cielo Ma la luce del tardo pomeriggio Ha trapassato loro le palpebre Nel bosco la sega ha taciuto Nel greto in fondo alla discesa I sassi hanno smesso di rotolare Prima che gli strozzassero il respiro Si è sentito odore di fumo delle malghe.
E' possibile la speranza? Forse sì, a condizione di considerare la vita stessa un'ipotesi. Solo così, oltre il già-dato, intravedere il possibile. Andrea Pisano, La Speranza

LAMPEDUSA

Ho visto un obitorio pieno di speranza corpi raccolti dalla spiaggia gonfi come valigie sulla soglia pronte alla partenza. La speranza ha le ali ma non vola ha braccia protese verso il cielo.
L'altra notte ho sognato il nonno in piedi sul tetto-terrazzo della sua casa nel paese del Sud dov'era stato giovane. Mentre orinava sull'aranceto sottostante mi guardava dicendo: "Questo che vedi un giorno sarà tuo".
La lentezza della terra appena uscita dalla notte Il pigro inizio tra i vapori delle macine. Non sono io a quest'ora sconosciuta Lungo la trama di incerti pensieri Ma è solo luce rifratta che si dipana. Resta uguale l'ipotesi che siamo vivi.
Trasparenze del rio dove s'acquieta il battito d'ali. Rifrazione di luce nell'aria sospesa.