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Visualizzazione dei post da febbraio, 2016

Shakespeare, Sonetto 75

Tu per i miei pensieri sei come il cibo per la vita Come per la terra è la pioggia nella bella stagione Io, per goderti in pace, faccio la stessa guerra che l’avaro si fa per accumulare la sua ricchezza. Ora sono orgoglioso di averti, ora dubbioso Che il tempo ladro si porti via il mio tesoro; E se adesso cerco di stare da solo con te, Poi vorrò che il mondo veda il mio piacere. A volte mi stanca che i tuoi occhi mi divorino Ma poi sono affamato di un tuo sguardo; Non possiedo né vado cercando altro bene Se non ciò che mi dai o che mi potresti dare. Così sono sazio e ho fame ogni dì che passa, Insaziabile di tutto e digiuno di ogni cosa. Trad. 25 febbraio 2016 So are you to my thoughts as food to life, Or as sweet-season'd showers are to the ground; And for the peace of you I hold such strife As 'twixt a miser and his wealth is found. Now proud as an enjoyer, and anon Doubting the filching age will steal his treasure; Now counting best to be with you alone, Then better'd

Inno alla libertà di Giordano Bruno

Due giovani dai tratti somatici nordafricani, seduti sul molo davanti a Riva degli Schiavoni a Venezia. Indifferenti al passaggio di folle di turisti ed al piccolo traffico di barche e vaporetti che attraversano il Bacino di San Marco, il loro sguardo segue la rotta di una nave diretta forse in Egitto, oltre il profilo del Lido, dall'altra parte del Mediterraneo.

Kairos

L'accelerazione della "storia" che il progresso scientifico, tecnologico, ha determinato, forse mette "fuori gioco" individui ed intere popolazioni, accorcia la quantità di "tempo" a disposizione per stare al passo. Uno dei mali che ne conseguono sono le "resistenze" di chi è restio a prendere atto che "non è più" tempo per certe cose, che è venuto il "tempo" di cambiare. Dietro la "presunzione" di chi si arroga il diritto di fermare il "progresso", c'è la paura, il mero istinto di sopravvivenza, Ma resta spazio per dirci che il tempo non è solo quantità ma è anche qualità? Il Greci dicevano Cronos, per dire il tempo sequenziale, quello che si misura in ore giorni o anni. ma avevano un altra parola - Kairos - per dire il "tempo opportuno" e anche il "momento supremo", con ciò significando che il raggiungimento di un obiettivo richiede il "suo" tempo, che oltre ad un &q

Ars dicendi (ad Andrea Sangati)

I Inventio La scoperta del vero O quantomeno di ciò che gli rassomiglia Non si presentò mai come problema Né fu necessario stratagemma alcuno Per convincere tutti Delle mie buone ragioni Forse per questo ho perduto la causa Contro l’unico in grado di contraddirmi Gli argomenti contrari Erano tutti dentro di me. II Dispositio All’inizio è l’ordine Che precede la vita E da quel punto si perde il filo. L’unico accordo possibile  Rimane quello tra l’assurdo  del mondo e il nostro caos interiore. Alla fine tutto resta com’è Non sarà l’ordine ben disposto Ma la trama dei giorni Tutte le notti disfatta Che non si può più rifare. III Elocutio Metaforicamente parlando La mia voce è un fiume che scorre E più si allontana dalla sorgente Più la superficie s’intorbida Trasportando sassi e confusi detriti Rendendo inaccessibile Il tesoro prezioso sul fondo Aumentando la distanza tra le rive. La gravità è la sua unica legge E tutto alla fine si perde in mare. Ma se le parole sono pietre Come que

Nel tuo sonno

Sei sprofondata nel tuo sopore Lontanissima accanto a a me E fuori le sagome degli alberi Si agitano appena nella notte Io sto con loro senza pace E vorrei stare con te Raggomitolarmi un poco Nel tuo sonno Solo un poco Giusto un attimo senza svegliarti. La mattina lo stesso sole Ci bagnerebbe con la sua luce E il mondo nuovo ci saluterebbe Col suo profumo di caffellatte.

Tempi domestici

L’orologio a cucù Sulla parete in cucina E la pendola in cima alle scale La sveglia sul comodino E poi almeno tre altri Uno ogni stanza Misuratori del tempo E poi il rintocco delle torri I vespri dalle chiese lontane Il fischio del treno puntuale Ad ogni ora portata dal vento Orari domestici e consueti Trame intrecci fili sottili Come il disegno delle piastrelle Sul pavimento in ingresso (Solo il gatto persiano dalla luce fuggendo Al rintocco inatteso si stupisce ancora).

Carmelo Bene _ Lectura Dantis _ Inferno, Canto V, vv. 73-142