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Visualizzazione dei post da marzo, 2015
Non e` la prima mossa verso il piacere ad essere insopportabile, ma il risveglio felice. (Michel Foucault, 1978)
Guardare sempre negli occhi il proprio bersaglio. Molto meglio le guerre fatte a mano.
Stanotte ho sognato la mamma. Non capita quasi mai. Le ho chiesto come stava e lei nemmeno mi ha risposto. Piuttosto, mi ha detto, mi dici che novità ci sono in "Un posto al sole"? Era il suo appuntamento fisso in tv. Non ne perdeva una puntata. Sono passati 10 anni, mamma. Come posso dirti tutto quello che è successo? Ecco, mi ha detto, come al solito. Avevi promesso di raccontarmi tutto. Non fai mai quello che prometti.
Lo psichico m'interessa. Quasi per nulla lo psicologico. (Al limite, sì, lo psichiatrico).
Le Sibille millenarie vivono ancora. Loro di te sanno tutto: il tuo ieri, il tuo domani, chi veramente sei adesso. I loro responsi vengono dall'Eterno e sono sempre terribili. Perciò attento ad interrogarle senza motivo.
"Un libro che lascia il lettore uguale a com'era prima di leggerlo è un libro fallito." (E.M. Cioran). Chi legge muore.

FUOCO NELLA SERA

Un blu, un violetto vinoso, il bistro ed il rosso aranciato. Al tramonto i colori sono più liberi di lasciarsi andare. Sanno che la fiamma del giorno li sta sciogliendo dal loro peso e non cercano più di colpire il bersaglio. Vogliono solo giocare a dama tra loro sulla scacchiera del crepuscolo. Tra un attimo le due luci gemelle si saluteranno incontrandosi lungo la discesa.

PAUL KLEE - FIRE IN THE EVENING

PASSEGGIATA CON ANDREA S. AL PARCO DELLO STORGA

Nel sogno di stanotte il ruscello oltre il prato dietro casa scorreva ostinato all'incontrario. Lo assecondava un vento leggero trasportando voci che riconoscevo solo a tratti. Suoni dal passato, sbiaditi come ricordi. Un improvviso battere d'ali scuoteva l'alloro, poi un altro volo lo raggiungeva nel cielo impassibile.
La finestra era aperta ma non c’era splendore Sostiene il sogno che da quella prigione Ero libero di andare quando avessi voluto Ma la viscosità dolciastra del pavimento Ha ritardato la definitiva assoluzione. Chi mi doveva raccogliere in palmo di mano Lui per primo era chiuso nella sua ferita Non mi ha mai detto il perché di tanto soffrire Nemmeno ha preteso che fossi perfetto Forse non mi ha creduto figlio della sua solitudine.
Letti brumosi di fine inverno. Una volta sognavo spesso di dormire all'aperto, rannicchiato nel mio giaciglio sotto una ruvida coperta di lana grezza. Al risveglio, poco prima che albeggiasse, i vapori della notte si diradavano lentamente lasciandomi intravedere l'ultima stella. Nell'aria sospesa il silenzio mi proteggeva fino al sorgere del sole.

ANTEROS HA LA CHIAVE NELLA MANO