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Visualizzazione dei post da aprile, 2016

Chega de Saudade

Un uomo non più giovane e solo ha deciso di passare la domenica al Lido.  Intorno a lui famiglie con bambini che giocano sotto gli ombrelloni. Ragazze e ragazzi lucidi d’olio stesi al sole. I bagnini gridano, tutti gridano. Lui non ama il frastuono e la luce troppo forte del sole d’agosto. Per proteggersi ha infilato i tappi nelle orecchie e coperto gli occhi con una mascherina.  Comodamente steso sulla sdraio l’uomo riflette oppure prova a sognare, se ancora ne è capace.  L’uomo ricorda che aveva una moglie e pensa chissà quanto è cresciuta la mia bambina. Sente che il suo cuore è triste perché lui non sopporta più questa lunga separazione. Perché sono venuto proprio qui in questa spiaggia affollata?  Un aereo passa altissimo sopra le teste dei bagnanti. Troppo lontano perché si senta il rombo dei motori. Qualcosa sfiora delicatamente la mano dell’uomo che pende dalla sdraio. Non è sicuro, ma avverte la tenerezza di un piccolo corpo vicino. Una voce infantile che sembra lon

René Char da L'opera poetica polverizzata - Sommario. Le tre sorelle

SOMMARIO  Come vivere senza l’ignoto davanti a sé? Gli uomini d’oggi vogliono che l’opera poetica sia ad immagine della loro vita, così vuota di sguardi e di spazio e arsa d’intolleranza. Poiché agire al massimo grado non procura loro più alcun piacere, in questa preoccupazione fatale di distruggersi per mezzo del proprio simile, poiché la loro ricchezza inerte li frena e li incatena, indeboliti nell’istinto, gli uomini d’oggi perdono, nel mentre si mantengono viventi, perfino la cenere del loro nome. Nata dall’appello del divenire e dall’angoscia del trattenersi, l’opera poetica, elevandosi dal suo pozzo di terra e di stelle, testimonierà quasi silenziosamente che non c’era niente in lei che non esistesse veramente altrove, in questo ribelle e solitario mondo delle contraddizioni. LE TRE SORELLE Amore mio vestito come l’azzurro faro bacio la febbre del tuo viso dove dorme la luce che in segreto gioca. Io amo e sto piangendo. Io sono vivo ed è il tuo cuore questa Stella del
Nelle cose della vita entriamo sempre con lieve ritardo come al cinema, quando il film è appena iniziato. Alla fine indugiamo sui titoli di coda attardandoci su elenchi assurdi di nomi sconosciuti e di nessun interesse. Sapevamo che non sarebbe durata in eterno, ma anche se è finita non ce ne vogliamo andare.

Desafinado

Una volta un bambino molto piccolo fu portato dai nonni a sentire l’opera. In teatro c’era il Barbiere di Rossini e cantava la grande Valentini Terrani. Per il piccolo fu un’emozione grande anche se non capiva perchè. Forse da allora nacque in lui il desiderio di diventare da grande un cantante lirico.  Col tempo, il disco dei Tre tenori fu preferito ai cartoni animati e poi alla playstation. A dieci anni conosceva molte arie famose e le trame dei melodrammi più rari. Bambine e bambini della sua età sulle prime lo consideravano un po’ strano, soprattutto quando li costringeva a chiamarsi l’un l’altro con i nomi dei personaggi delle opere liriche. Poi si abituavano al gioco senza farci più caso.  A volte si comportava come su un palcoscenico. Ma era la vita degli altri ad essere strana per lui. Il bambino cantava. Aveva una voce impostata come quella dei veri tenori. Un vocione assurdo per la sua età. Cantando si gonfiava e sudava diventando rosso rosso. Si vedeva che ce la mette
Nella generale tragicommedia degli equivoci, il più comico o il più tragico è quello che insiste nel pensare che si possa ancora distinguere, precisare, puntualizzare.
Non onora le forme questa luce E l’avviso dell’ennesima chiamata Non rispetta questo silenzio Avevo considerato il lunghissimo bacio Di due adolescenti quasi un mordersi E il loro odore acre di sesso Prima di ferirmi coi miei stessi pensieri Avevo sentito le loro voci ridere Nascosto dietro la porta come una spia Sarei molto curioso di sapere Dopo tutti questi anni dove sono adesso Loro due quei ragazzini che si baciavano La mia curiosità indiscreta su quel piccolo lui La mia curiosa indiscrezione sulla piccola lei E il loro odore acre di sesso Loro che parlano e ridono trattenendosi un po’ Anche noi qualche volta parliamo e ridiamo Ma se lo facciamo è senza onestà né pudore Sarei curioso di capire perché anche tu ancora lo fai Con il minimo sforzo, s’intende, ma ancora lo fai Certo non è per me che lo fai E nemmeno per te stessa, io credo Forse per fedeltà alla tua virtù tenace O forse anche tu li hai spiati quei due ragazzini Così caldi e belli e pieni di voglie E allora forse qualco
I sogni che faccio cerco di appuntarmeli subito alla mattina quando mi sveglio, poi li rileggo dopo un po'. Il fatto è che quando mi sveglio non sono tanto sveglio, e allora ho il dubbio di averli fatti davvero.. Comunque, ecco, questo qui è il sogno di stanotte. Andavo in vacanza. Un bel programma: la Slovenia in bicicletta. FIno a Gorizia qualcuno (i miei genitori) mi accompagnava in auto. Quel qualcuno era un po' preoccupato che fossi in grado di passare la frontiera, perchè la strada era molto trafficata ed in salita. In effetti resto solo e dopo averci provato torno indietro. Una coda di camion e automobili mi sbarra praticamente il passo. E la strada è proprio in salita. Anzi prima si scende e poi si risale. Scendo e poi quando comincia la salita, decido di andare in treno e di lasciare la bici nel deposito della stazione. Telefono all'albergo dove mi dicono che per quella notte c'è posto. Ripartirò domattina. Intanto risalgo fino alla stazione e quando entro nel
La risalita non è come la salita. I freni tirati in discesa, sono rimasti bloccati anche quando si torna indietro.
La sensazione a volte, se ho centrato qualche bersaglio nella vita, che qualcun altro abbia preso la mira.