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Visualizzazione dei post da gennaio, 2016

In punta di Penna

Troppi punti a capo io vedo in giro ma ancora voglio credere che ci siano le virgole per respirare e magari i punti esclamativi per dire la felicità o almeno i punti di domanda per poterne fare richiesta e per la speranzosa attesa i punti di sospensione... (Coltiviamo l'ortografia coraggiosa quella poetica di Sandro Penna quella che s'abbandona e che comprende perfino - chiusa l’aperta parentesi - l'uso frequente dei due punti):

Povero del tutto non lo sarò mai

Povero del tutto non lo sarò mai  E’ più facile che diventi ricco  Avrò sempre un libro in mano  O magari il tempo per poterlo scrivere.

Lei leggera sui vetri

Vivere di solitudine per riempire la vita  Scriverlo per ricordare chi non c’è  Poi lei leggera sui vetri ha bussato  Come se gennaio fosse giunto alla fine.

dedicato a EmmEmme

Era amicizia malgrado non fosse facile Fatta di suoni vuoti e di silenzi pieni Nemmeno lavorare era così faticoso Ma ciò che l’amico aggiusta non si rompe più.

Toni Servillo e Fausto Mesolella - Anema e core

Non so la "guarigione", ma di sicuro sto meglio nella misura in cui mi prendo cura di me stesso e degli altri.

Hirundo

Rondine, hirundo Hirondelle, Rondòn, Rondela non lo sai, non lo sapevo ma la tua origine  è la stessa di heres, l'erede hhhrrr il suono che ti riporta ad antiche radici indoeuropee o più sù, chissà lingue di anime non di popoli dunque GHAR-, HAR-  donde χείρ cheìr in greco antico la mano colei che afferra, che prende il tuo volo traversa l'angolo di cielo viene e hirr-ompendo m'agguanta gher- misce, hhhrrrapisce hirrr-undo .. hirrr- rompe su me,  che sono piccolo insetto moscerrrino nella tua mano mi prendi e vieni a Primavera e mi togli di qui dalla pace priva di senso mi hrrrrapisci mi togli dal luogo in cui non sono e mi dai luogo mi fai  herr -ede mi poni in luogo di mi fai successore finalmente al mio posto.
Di questi tempi, in un certo senso, non so che cosa voglio; forse non voglio quel che so e voglio quel che non so. (Marsilio Ficino)
Ci sono molti esempi di uomini che imitano o s'ispirano ad un animale come modello. Anche a me capita a volte di voler volare come un'aquila su tutte le cose piccole del mondo o essere bello come un cavallo purosangue... Non ho mai sentito nè mi figuro animali che desiderino somigliare ad un uomo.

10 Legal Writing Tips From Bryan Garner

You will never write as  good   well  as you read,  so read seriously and for technique. Subscribe to  The New Yorker ,  The Economist ,  The New York Times  and  The Wall Street Journal . After you’ve completed your legal research, but before you write your brief, pause, sit down, and read an article in  The Economist . Then write. It will be a good tonic to your style. Be a lawyer who clarifies and not a lawyer who obfuscates.  Judges will trust your writing and you will win more often, even when the merits are not in your favor. Learn how to write proper English . Buy a dictionary, thesaurus, and a writing usage book (or two). If you’re not careful with your grammar, judges will wonder what else you are not being careful with. Challenge inadequate and inefficient legal writing dogmas  like putting citations in the body of your writing and double-spacing legal briefs whenever possible and appropriate, but don’t push your luck and lose your job in the process. Write a letter on

Mare d’inverno

E' una fredda sera di fine gennaio. Un uomo senza soprabito entra nell’unica gelateria aperta della città, proprio di fronte alle barche addormentate del porto. Ha posato la sua sacca sotto il bancone e con un po’ d’affanno nella voce chiede una Vecchia Romagna. Una canzone alla radio riempie il vuoto della sala. “Mare mare, non ti posso guardare così perché questo vento agita anche me questo vento agita anche me…” * L’uomo non ha un amico con cui festeggiare, così manda giù d'un fiato il liquore e ne ordina un altro. Tre ore fa, raccogliendo le sue poche cose prima di uscire, alle guardie ha detto che avrebbe brindato da uomo libero. Il portone s’è richiuso alle sue spalle e lui ha assaggiato l’aria brumosa e fredda di fuori. Per un po’ si è guardato intorno, ma non ha trovato il coraggio di entrare nei bar affollati del centro, come se quella non fosse la città in cui è nato. Sembra impossibile, ma dopo anni di dolore e di lunga attesa la liberazione è venuta così, di colp

Sarò poeta di cose (P.P.P.)

Perciò io vorrei soltanto vivere Pur essendo poeta Perché la vita si esprime anche solo con se stessa. Vorrei esprimermi con gli esempi. Gettare il mio corpo nella lotta. O sarò poeta di cose. Le azioni della vita saranno solo comunicate, e saranno esse, la poesia, poiché, ti ripeto, non c'è altra poesia che l'azione reale. Pier Paolo Pasolini, Poeta delle Ceneri,1966

Edoardo Sanguineti: "Perché mi accorgo che morire adesso non serve"

Shakespeare, Sonetto 50

Duro si fa questo mio stanco andare E più cerco un traguardo ai passi miei O un luogo calmo dove riposare Più avverto quanto distante tu sei! La povera bestia che lenta si trascina stanca di portare me con la mia pena sembra sappia che non c'è fretta alcuna  poiché chi  porta è da te che s’allontana: nè la sprona lo sperone insanguinato che rabbioso nel suo fianco ho conficcato, e con gemiti risponde l’infelice animale ma più a me che a lui la trafittura duole, poiché mi ricorda ad ogni suo lamento che gioia passò e avanti è solo tormento. How heavy do I journey on the way, When what I seek (my weary travel’s end) Doth teach that ease and that repose to say Thus far the miles are measur’d from thy friend. The beast that bears me, tired with my woe, Plods duly on, to bear that weight in me, As if by some instinct the wretch did know His rider lov’d not speed being made from thee: The bloody spur cannot provoke him on, That sometimes anger thrusts into his hide, Which

Mè àmia sartora

Iùtela ti la to àmia morta che te à 'olést cussì ben anca senzha parlar. Tu te eri an cenìn picenìn tu te me ciaméa "la mìa mìa" da tant che ère toa. Iùteme indès che tu te à fat on zherca par mi che no posse pì gnent l'à da essar ancora, varda ben, int'un canton scondésta, 'na vèsta zhatemp imbastìa e no mai finìa. No 'i m'à lassà da cusirla parché l'era rivada zhà l'ora de portarme via. Mia zia sarta Aiuta tu la tua zia sarta che t'ha voluto tanto bene anche senza parole. Tu eri un bambino piccino tu mi chiamavi "la mia mia" da quanto ero tua. Aiutami adesso che ti sei fatto uomo cerca per me che non posso più niente deve esserci ancora, guarda bene, nascosta in un angolo una veste già imbastita e mai finita. Non me l'hanno lasciata cucire perchè era già arrivata l'ora di portarmi via.

Inf.I, 1-19, 136

Rivà che ère giust a metà de la mé vida me son catà drento inte ‘n bosch scuro parchè no ‘ndèe pì par la bona strada. Sol che me vien in mente sto bosch nero e dur e fisso, me se strenzhe el cor, me manca el fià, no me par gnanca vero! L’era ‘n bosch cussì amàro ‘fà la mort; ma quel che ò vist là-zhò no posse tàsar cussì dirò del ben che se ghe pol cior. No savarìa pì come podérghe rivar da tant che me ère insemenìo insenpià lòra che la verace via ò volést lassàr. Ma come che sot an mont ère rivà giust là ‘ndove che finìa quel pian che tant me vèa fat mancar el fià ò vardà de sora e ò vist la man del sol che ghe coverzéa la schena al monte e tut se sciarìa pian pian. Alora l’è ndà via de l’ànema la pena .... ... ... Lòra lù al s’à movèst e mi darente.

Il Protettore dei Dati (favola)

Quella sera avrei incontrato Roberta. Ci eravamo conosciuti in Facebook. Mi aveva chiesto l’amicizia prendendo lei l’iniziativa. Era rimasta incuriosita da certe foto di donne bellissime che erano comparse nella mia bacheca, postate da nonsochi e pensava che potessi aiutarla a incontrarle. Disse che amava le donne, ma non aveva nulla contro gli uomini. Dopo una settimana scoprii che lavorava nello stesso edificio dove aveva lo studio il mio avvocato. Si occupava di consumi e bollette per una compagnia telefonica ed aveva accesso alla Banca Dati della clientela. Me lo disse quasi subito come se volesse mettermi in guardia da qualcosa. Inutilmente, perchè al momento non mi toccò il pensiero che anch’io ero cliente della stessa compagnia. In quel tempo ero particolarmente in crisi con mia moglie. Era rimasta di nuovo incinta, dunque avrei potuto per un po’ riposare. E invece no. Alice pretendeva di essere presa continuamente. Dormiva poco la notte e mi assaliva senza sosta acquietando

Solo il volo dell’angelo

Solo il volo dell’angelo solo la notte e stavolta al risveglio avremo cura di non durare questa realtà ci passerà accanto e avremo cura di non toccarla e non ci sarà nemmeno la fatica di comunicare tra me e te essendo io per sempre parte di te e tu di me e sarà silenzio ogni ora del giorno mai più lo spasimo d’un pensiero nessuna domanda nessuna fragile provvisoria risposta solo la voce dell’eterna conoscenza ovvia voce del cuore facile musica di quell’amore ch’è palpito dell’universo intero. (2004)

'Eνθύμημα o "paradosso dell'indifendibile difensore"

Una vita sulla difensiva. Che fatica. Ma finché sarò difendibile, mi dovrò difendere e non avrò tempo per la felicità. Solo quando sarò indifendibile, allora non avrò più ragione per dovermi difendere.  Sarò veramente felice quando sarò veramente indifendibile. P.S. Dover difendere l'indifendibile mi ha perduto.

Aquila di Lord Alfred Tennyson

Con artigli deformi la rupe afferra; Intima del sole su desolata terra ella si leva e l'azzurro mondo la rinserra. A lei s'inchina la superficie increspata; Dai suoi montani spalti ella scruta Ed è come la folgore precipitata. He clasps the crag with crooked hands; Close to the sun in lonely lands, Ringed with the azure world, he stands. The wrinkled sea beneath him crawls; He watches from his mountain walls, And like a thunderbolt he falls. ©trad.Bruno Martellone- Treviso, 3/3/2012

Albert Camus

Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio. Giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta, è rispondere al quesito fondamentale della filosofia. (Il mito di Sisifo) Lascio Sisifo ai piedi della montagna! Si ritrova sempre il proprio fardello. Ma Sisifo insegna la fedeltà superiore che nega gli dèi e solleva i macigni. Anch'egli giudica che tutto sia bene. Questo universo, ormai senza padrone, non gli appare sterile né futile. Ogni granello di quella pietra, ogni bagliore minerale di quella montagna, ammantata di notte, formano, da soli, un mondo. Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice.  (Il mito di Sisifo) Gli uomini muoiono e non sono felici. (Caligula) Arricchirò le tue nozioni insegnandoti che non esiste che una sola libertà, quella del condannato a morte. (Caligula) Cos'è un uomo in rivolta? Un uomo che dice no. (L'uomo in rivolta)

Presbiopia ideativa

Dopo tanti anni e tante cose fatte e disfatte, mi sorprende (e un po' m'intenerisce) vedere come ancora mi aspetti grandi cose da me stesso. Incorreggibile.  (Preciso che nel mio caso sicuramente non è autostima né tampoco senso di superiorità, piuttosto incapacità di pensare in piccolo; una specie di presbiopia ideativa).

Antico "pensamento"

AVVOCATO (rischio professionale dell’). Clamence nella “mort heureuse” di Camus parla del periodo della sua vita in cui era avvocato a Parigi: “La mia professione (…) mi toglieva ogni amarezza verso il prossimo, il quale sempre mi era obbligato, senza che io gli dovessi nulla”. Questo senso di “superiorità” morale è il rischio professionale più frequente dell’avvocato. Posizione troppo comoda di chi “aiuta” il prossimo, bisognoso di qualcuno che lo “difenda”. Moralmente superiore è chi, riconoscendosi bisognoso di tutela, sa di dover pagare un debito. E’ la favola del “santo bevitore”.
E’ la nebbia che rende possibile il vuoto Toglie peso al tutto persino al buio Anche la notte non esiste più E la terra è appesa alle radici I cancelli tacciono chiusi Come desideri impossibili Le strade ad un passo dall’incrociarsi Hanno smesso di tessere orditi Si sono fermate e ora s’interrogano Suonano i clacson soffocati E i fari puntati abbagliano mura scese dal cielo La realtà è solo ovatta bagnata Inzuppata di liquido grigio compatto La pallidità dell'esistere come le foglie Cade stanca ai tuoi piedi Non soffrirai, o forse un poco alla fine, Ma solo perché negli anni Il ricordo si è fatto incoerente Smarrendo il filo durante l'attesa Sul calendario è apparso gennaio Senza chiedere il permesso prima di entrare E dentro la casa non mia è rimasta La stagione confusa che mi lega a te.