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Visualizzazione dei post da marzo, 2016
Sognato che stavo all'asilo Zanotti e una suora imponente e scura, stando nell'ombra, mi richiamava ai doveri della professione. Inutilmente mi avvicino. Lei mi respinge con gesto brusco della mano. Mano da lavandaia rugosa e tozza. Il mio gattino morto è l'unico che si lascia accarezzare. Anche se è morto continua a volermi bene ed è morbido come se fosse vivo.

Buonanotte

Prima di andartene lontano Hai spazzato in fretta in cucina E la polvere piano piano E’ ricaduta in terra Hai lasciato bicchieri vuoti a metà La tovaglia sul tavolo macchiata Qualche stoviglia nel lavandino Un lavoro da finire e il letto Rimasto com'era Uscendo non hai chiuso la porta E forse ritornerai tra un minuto Forse non lo credevi necessario Di fianco a me Sul cuscino l’impronta del tuo capo E’ come se tu ci fossi Senza il mio saluto il tuo viaggio Sarebbe davvero senza ritorno Perchè nemmeno è cominciato Perciò anche stasera  Ti do il bacio della buonanotte  Anche se dormi e non mi senti Avvolta nel tuo altrove.
Vedere e piangere fanno uso dello stesso organo, ma si può piangere anche ad occhi chiusi.

Perchè?

Ho cercato di alzarmi sulle ginocchia e poi in piedi, ma pattinavo sul pavimento reso scivoloso dal sangue.  Ce n’era ovunque, per terra, sulle pareti, sopra il bancone del chek in.   Il mio sangue.  Cosa ci fosse prima del gran botto non ricordo. Qualcuno aveva urlato: Allahu akbar! Je vous tue tous! Ora c’erano solo lamenti soffocati, suoni ovattati. Ronzio e dolore acutissimo all’orecchio destro. Un fantasma senza occhi imbracciando un mitragliatore con mirino ad infrarossi, come quelli che si vedono nei film di guerra, mi è passato davanti. Puntava oltre il fumo e la polvere. Era un lupo calmo e feroce che si muoveva elastico tra cadaveri borsoni e valige esplose con il loro contenuto di membra spezzate e biancheria. Per un attimo ho visto che il lupo puntava la sua arma verso di me, poi è andato oltre la barriera di polvere e fumo. Ti hanno colpito! ho sentito dire da qualcuno dietro le mie spalle. Cazzo! Mi hanno colpito, ho pensato. Ero seduto, ma non stavo comodo. Allora
Sei bellissima. La prima volta che ti ho vista forse facevi ancora le medie ed io ero già laureato da qualche anno. Un giovane uomo guarda una bambina, ma vede una donna. Succede e ovviamente niente accade più di questo. Non ho mai nemmeno parlato con te in tutti questi anni, ma ti ho vista molte volte. Sempre per caso e un po' da lontano, ma ogni volta con emozione. Non ci sono altre emozioni nella mia vita che siano durate così a lungo. Si può vivere nella stessa piccola città per tanti anni, senza mai conoscersi? Evidentemente si. Forse se ti avessi conosciuto, se mi fossi avvicinato tutto ciò sarebbe da tempo finito. Forse per questo sono rimasto tutto questo tempo così, ad aspettare di incontrarti ancora una volta fiducioso che il caso avrebbe fatto tutto da solo, magari dopo anni, senza mai fare nulla per conoscerti davvero. A volte mi dico che non puoi non avermi visto anche tu. Magari hai atteso anche tu che accadesse qualcosa. O forse pensavi che dovessi io fare il primo
Tempo fa, sotto un cumulo di altri libri impolverati, mettendo ordine nello studio che per decenni fu di mio padre, ho trovato un suo manuale dei tempi della facoltà di Legge. E' una raccolta di leggi costituzionali del "regno d'Italia". Il professore di papà in questa materia era Carlo Esposito, come più volte mi disse e le lezioni nell'università patavina occupata dai nazifascisti, alle volte si tenevano a porte chiuse. Troppo scottanti i temi. Esposito infatti dubitava della legittimità del regime mussoliniano sulla base dello Statuto Albertino e qualche fanatico fascista avrebbe potuto tradirlo e denunciare lui e gli studenti partecipanti come "traditori" (ironia di quei tempi). Dopo la guerra Carlo Esposito è rimasto famoso perchè sostenne la tesi che l'esito del referendum istituzionale andava interpretato a favore della Monarchia. Giurista di formazione liberale, ma estraneo agli schieramenti politici dell'epoca, fu tra i primi commentator
Stanotte ho sognato di trovarmi intrappolato in un posacenere ingombro di mozziconi di sigarette. Ora sto con le quattro capriole di fumo della mia pipa. Giammai spegnerò quel fuoco..

soffio di primavera

Io resto muto ascolto la radio accesa dimentico i miei pensieri le mie delusioni oggi “solo” non vuol dire infelice il mio vuoto è spazioso e aperto il mio cielo lascio attraversare non ho reti per catturare uccelli loro lo sanno e s’avvicinano al davanzale guardo fuori la finestra sorrido al soffio di primavera.

Discesa

Va finendo il giorno che ci fa eguali Nel tormento e nell’amor di vita Accesi o afflitti, vigorosi e frali Tutti eguali sospesi incompiuti Dentro di noi non siamo muti Restano le nostre antiche invocazioni E le nuove domande spalancate Eravamo sconosciuti a noi stessi Oggi lo siamo in modo inaspettato Oggi siamo per sempre incompleti Vedo in voi la mia discesa Dietro di me l’erba calpestata Voci rauche bisbigli addii Canta ognuno dentro di sé Il silenzio è pieno di riflessi dorati. L’innocenza mutò nella coscienza Di ciò che non si poteva essere. Ora sappiamo.
ll treno volava tra le colline ed i monti dell'Italia Centrale. Verso Roma. Avessi avuto più coraggio ti avrei parlato, forse mi avresti trovato simpatico o interessante. Magari ci saremmo rivisti. Ci saremmo amati, poi saremmo andati a vivere insieme. Il viaggio sarebbe continuato, anche oltre Roma, probabilmente oltre Napoli, verso la Calabria, no, la Sicilia. Se fossi stato meno timido, ora vivrei in Sicilia e saprei come ti chiami. Amerei te e i tuoi figli. Saprei anche i loro nomi. Staremmo insieme per sempre. Felici.
Sognato stanotte che mi nasceva un figlio pazzo, forse per mezzo di utero in affitto. Non era ancora nato ma tutti erano atterriti all'idea che stesse per venire al mondo. Io pure mi angosciavo pensando alle cure infinite che avremmo tutti dovuto assicurargli. E se fosse femmina? Questa prospettiva o speranza vince ogni angoscia. Dentro di me da sempre desidero, se mai potessi avere una discendenza,che fosse una figlia. Figlia, se anche sarai pazza, ti prego almeno tu vieni al mondo! Non restare nel buio, sola e separata da tutto. Non lasciarmi nel buio, solo e separato da tutto.

Narciso

Chi non lo conosce lo crede un bambino Ma da tempo nel buio si accende Nemmeno lui lo sa Quel che vede è solo il riflesso di sé Ha sete senza fine della superficie Lui non ti bacia Lui ti beve dalla bocca Lui ti beve ma prima gioca con te Ha voglia di te ma non del tuo amore Ciò che desidera è il tuo odio Di giorno si nasconde nell'ombra Pronto a prenderti alle spalle Ti graffierà il viso e il collo Sentilo nel buio Lui guarda te Il suo occhio ti divora Mentre si morde il labbro Lui vuol solo farti piangere Ti farà scivolare sul suo petto Fino ai suoi piedi Lui vuol vederti mentre piangi Forse non sentirà colpa Ma nemmeno gli piacerà Spargerà il suo seme altrove Ti rapirà il senno Come il profumo del suo fiore.

Edoardo Sanguineti - Ballata delle donne

Quando ci penso, che il tempo è passato, le vecchie madri che ci hanno portato, poi le ragazze, che furono amore, e poi le mogli e le figlie e le nuore, femmina penso, se penso una gioia: pensarci il maschio, ci penso la noia. Quando ci penso, che il tempo è venuto, la partigiana che qui ha combattuto, quella colpita, ferita una volta, e quella morta, che abbiamo sepolta, femmina penso, se penso la pace: pensarci il maschio, pensare non piace. Quando ci penso, che il tempo ritorna, che arriva il giorno che il giorno raggiorna, penso che è culla una pancia di donna, e casa è pancia che tiene una gonna, e pancia è cassa, che viene al finire, che arriva il giorno che si va a dormire. Perché la donna non è cielo, è terra carne di terra che non vuole guerra: è questa terra, che io fui seminato, vita ho vissuto che dentro ho piantato, qui cerco il caldo che il cuore ci sente, la lunga notte che divento niente. Femmina penso, se penso l'umano la mia compagn

Oscurità di Lord Byron

Ho fatto un sogno che non era del tutto un sogno: Il sole luminoso era svanito, e le stelle vagavano spegnendosi nello spazio eterno, senza più meta né raggi, e la terra gelata ruotava fangosa e cieca nell'aria senza luce; venne il mattino e andò e venne, ma senza il giorno, E gli uomini scordarono le loro passioni nell’incubo di questa loro desolazione; e il cuore di ognuno si ghiacciò in un'egoistica preghiera di luce: e stettero presso i fuochi dei campi e allora tutto - troni, palazzi di re incoronati, tuguri abitazioni o qualunque cosa li ospitasse tutto bruciò come fosse torcia. Città scomparvero e gli uomini vennero attorno alle case avvampanti per guardarsi in faccia per l’ultima volta; e quelli che stavano nell’occhio dei vulcani accanto alla loro montagna di fuoco erano felici: una paurosa speranza aveva preso il Mondo; le foreste presero fuoco, ma un’ora dopo l’altra crollarono incenerite, e i tronchi crepitando svanivano con un suono secco - e tutto era oscurità. Tr

La strada che non ho preso di Robert L. Frost

Due vie si separavano nel bosco ingiallito e mi dispiacque non seguirle entrambe ma ero un viaggiatore solo. Per un po’ mi fermai a guardare una di esse fin dove era possibile là dove svoltava nel folto della macchia; alla fine presi l'altra, così come veniva, quella che sembrava averne più diritto, perché era erbosa e non mostrava alcun segno; benché, in fondo, chi di là era passato le avesse egualmente segnate entrambe, ed entrambe quel dì egualmente stendevano sui fili d'erba l’orma nera d'un passo. Oh, la prima ho lasciato per un altro giorno! Davvero, sapendo che una via porta ad un’altra, dubitavo che mai sarei tornato indietro. Dovrò raccontare questo con un sospiro da qualche parte, fra molto molto tempo: due vie si separavano in un bosco ed io... io presi quella che era la meno battuta, e solo questo fu ciò che fece la differenza. Traduzione 3-4 marzo 2016 The Road Not Taken Two roads diverged in a yellow wood And sorry I could not travel