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Visualizzazione dei post da ottobre, 2016

La stanza delle ceneri (racconto)

Nella Torre dell’Orologio, al secondo piano, fumavano tutti, tranne Carlotta. Quando la vidi entrare la prima volta nello studio legale Nardin, sembrava solo l’ultima delle dattilografe. Ma era fuoco che cova sotto la cenere, brace coperta come si dice dalle mie parti. - Se dà fastidio lo spengo, l'aveva accolta comprensivo zio Alberto, titolare dello studio e accanito fumatore di sigaro. - Màriavergine no, non si disturbi per me, aveva risposto pallida e ossequiente, . Due ore dopo si era la vedevamo correre in bagno con gli occhi arrossati e una tosse disperata. Alla fine zio Alberto la mandò a casa bestemmiando e sbranando il suo Pedroni spento. Pensavamo tutti che la nuova arrivata non sarebbe durata molto in quel posto. Invece, il giorno seguente, dopo una lunga telefonata, lo zio ordinò che tutti d’ora in poi, lui compreso, si poteva fumare solo in biblioteca. La Carlotta era la prima ad arrivare in studio. Entrava in biblioteca trattenendo il respiro e subito spalancava

Per non pensare a te

Resterò sveglio fino all’alba Poi finirò per lasciarmi andare Sarà prima che suonino alla porta O che qualcuno accenda la luce Forse ti chiamerò Forse non ti risponderò Sono sveglio da ieri Ho consumato gli occhi Per tenerli aperti sul mio amore triste Ho scritto il libro, ma non l’ho letto Ho pensato a un’altra donna Per non pensare a te Insomma ho dato alla notte Ogni pretesto per durare E alla donna per restarmi accanto (Non l’altra, ma tu che dopo un po’ ti sei addormentata) Ho guardato fuori della finestra C’erano rami danzanti nella nebbia O forse ali di colomba e occhi Che miravano dritto al cuore Mi fissavano di là dai vetri Io vedevo solo la pioggia cadere.

Nostra signora delle macerie

E’ una frana silenziosa e  ostinata  q uesta che discende  alla fievole  luce  della luna, mi trascina col suo seguito grave di rovine Salivo a cercare il tuo canto Percorrevo la notte senza fine e prima dell’alba verso l’alto  cielo  muto di stelle cercavo di non dimenticare la tua voce Ho gridato tutto il tempo Mi ha risposto la tenebra Respingendomi oltre l’orlo del dirupo. Mi ha scagliato recidendo le mie radici Al fondo e oltre e le macerie Mi hanno seguito come un’ombra. Ricrescerò e tornerò a cercarti.