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Visualizzazione dei post da dicembre, 2015

L'ora estrema del comandante Palinuro

Unum pro multis dabitur caput (Eneide, V, 815) La domenica mattina, quinto giorno dell’Insurrezione, tra il Brenta e il Piave la situazione è ancora confusa. La Linea Gotica ha ceduto di schianto, ma gli alleati non sono arrivati ancora. E i Tedeschi non si sono arresi. Ordinati, senza combattere, hanno lasciato ai partigiani Venezia, Vicenza, Treviso, ma non sono lontani. Stanno fuori dalle vie principali per non essere colpiti dall'alto. Hanno rabbia, paura, non si fidano. Hanno le armi. Alla prima resistenza bruciano i paesi, massacrano i civili innocenti. Aspettano solo il momento per risalire oltre le Alpi. Anche Palinuro aspetta un segnale da giorni. Tutto è pronto per entrare in città. Gli uomini della Brigata hanno tutti un parente morto o deportato da vendicare. Quasi un anno fa, dopo i giorni maledetti dei rastrellamenti, l’hanno giurato. E' vicina l'ora che li guarderanno in faccia i fascisti assassini. Li prenderanno, li giudicheranno. E sarà nel nome
Dove vanno a finire le candeline della torta di compleanno, una volta spente? L'ho capito dopo la morte dei miei genitori. Venduta la casa di famiglia, si doveva liberare di mobili e suppellettili, per consegnarla libera ai nuovi proprietari. Tra le tante cose che mia madre ostinatamente conservava c'era in un cassettone che si faceva fatica a riaprire, un quantitativo sconsiderato di candeline colorate, smozzicate, storte, rotte, consumate a metà. Forse tenute da parte per compleanni che, da un certo momento in poi, non si sono celebrati più. Per garantire un po' di luce nei bui tempi a venire.

Natale in casa Cupiello 1977 Atto I Un Natale come comanda Iddio

Tecnicamente inoccupato

Indipendente? Più che altro disoccupato. Anzi, tecnicamente sarei un "inoccupato", perché occupato non lo sono mai stato. Non ho mai perso una precedente occupazione. Semmai, visto il punto in cui mi trovo, ho perso tempo.

Otello

Nebbia sul molo, spiaggia deserta Sopravvissuto alle tempeste Resto solo col mio fantasma d’amore La voce strozzata mentre pronuncia il mio nome Lei distesa dentro la camera supina sul letto Morta soffocata bruciata Era bella come la sua pietà Ha pregato per la vita del suo carnefice Perdendo la sua con tutto il suo cuore Mi ha fissato a lungo prima di essere uccisa Ma non vedrà più la ferita che si allarga Dentro di me E la sua preghiera mi trascina nel fondo Vivere adesso non ha più alcun senso E’ finita ogni menzogna Questo è il momento in cui inizio a scrivere Senza più lei chi mi potrà leggere?
Cè la donna bella e la bella donna. La donna bella è bella e quando la conosci e dopo un po' che ci parli ti sembra ancora più bella. La bella donna è meglio se non la conosci e se ci parli dopo un po della sua bellezza non t'importa più
Stanotte ho sognato la mamma che tornava dopo una lunga assenza. Tutti l'accoglievano festevolmente regalandole fiori. Io non ero preparato. Pensavo non fosse ancora il momento e la cucina era piena all'inverosimile di piatti che tutti mi avevano lasciato da lavare. La mamma mi guarda delusa e vuole che io prenda 50 euro per le mie spese.
Anche in musica i suoni sono 12 ma le note sono 7. Ci fossero solo i tasti bianchi sarebbe tutto più semplice. Ma ci sono anche quelli neri. Sto come il DO(mino) diesis minore: di semitono inutilmente aumentato perché comunque minore. Poteva andarmi peggio: potevo essere un RE bemolle inutilmente maggiore.

La mia cameretta

«Quando dormi non ti devi scoprire, sennò prendi freddo. E se ti viene la febbre alta, possiamo anche morire». Diceva proprio così mia madre: non «puoi», ma «possiamo morire». Come se dipendesse da me, se anche lei e gli altri di casa morivano. Come se morire da soli non fosse permesso. Per questo dovevo stare attento a non prendere freddo. Che egoista sarei stato a farmi venire la febbre e far morire tutti quanti! Mi diceva così quando mi metteva a letto nella mia cameretta. Su quel letto ho avuto tante volte la febbre. Una volta la scarlattina perfino, forse rischiando davvero di morire. Però, per fortuna di tutti, non sono mai morto.  I miei di famiglia, invece, sono morti tutti quanti. Non credo sia stata colpa mia. O almeno lo spero. Su quel letto ho dormito fino quasi ai quarant’anni. Poi me ne sono andato dalla casa dei miei genitori. Sono tornato quindici anni dopo, quando erano morti tutti, ma su quel letto non ci ho più dormito, preferendone uno nuovo “alla frances
La Pace è una bambina che non chiede cose matte solo alzarsi la mattina non col sangue, ma col latte (B. Tognolini) Mia traduzione per "Divano di pace" (lettura pubblica 15/12/2015): La Paix est telle qu’une petite fille Qui n’a pas besoin de choses étranges Pas de sang et boire son lait tous les matins, c’est tout pour elle. La Pase la xè na putina che no la vol robe mate solo svejarse bonora de matina no col sangue, ma col late. La Pace, ossaie, è  'na criatura Ca nun chiede 'e pazzià Sulamente ogne matina e se scetà Co nu poco 'e latte, senza appaura.
E' evidente che quando si dice "la gente ha paura, la gente ne ha abbastanza", ci si riferisce non a qualcosa di esterno a noi, ma alla parte meno ragionante più brutta di noi stessi. Personalmente io ho paura della gente. Io ne ho abbastanza.
Sento dire "è un atto di terrorismo, perché l'effetto è terroristico". Partire dall'effetto mi pare una stupidata, soprattutto se si vuol capire come combattere il terrorismo. Bisogna avere invece ben chiare le origini del fenomeno, ricostruire il profilo degli attentatori. Una cosa è il terrorismo politico organizzato, ossia quello dove il terrore è praticato da un'organizzazione come mezzo per raggiungere i propri fini politici (es. destabilizzazione delle istituzioni legittime), un'altra cosa sono due persone isolate, privi di legami anche indiretti con un'organizzazione terroristica. Il fatto che i due si "ispirino" all'ISIS o che quest'ultima rivendichi l'attentato come rientrante nella propria strategia, senza nemmeno sapere chi l'abbia compiuto fa riflettere. Ma mi pare difficile che una tale forma di lotta politica se tale può chiamarsi, al di là del puro terrore perseguito in sè, abbia qualche chance. Ad un certo punto r