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Visualizzazione dei post da gennaio, 2015

MON AMANT DE SAINT JEAN

Altro sogno del "fratello minore". Sono col mio amico Giorgio D.S., che non vedo da tantissimo e S e non so chi altro. Dopo un rocambolesco viaggio tra boschi e colline arriviamo ad una porta nella roccia con un bersagliere di guardia. E' una caserma dove Lorenzo il fratello minore di Giorgio fa il servizio militare (Giorgio ha fatto quello civile). Siamo venuti per visitarlo lui è "imboscato" in infermeria. Mi lascio andare a rievocazioni patetiche della mia naja che non interessano nessuno. Mi ascoltano per cortesia visibilmente annoiati. Si festeggia la laurea di Lorenzo o la sua nomina ad ufficiale per aver inventato qualcosa sull'uso di mezzi anfibi. Lui se ne va sul Canal grande veneziano. Un po' di invidia.

LE VOCI DIETRO LA PORTA CHIUSA (RITORNO A CASA)

Si procede con fatica nel buio. Il contatore della luce è a metà del corridoio, se ricordo bene. Lo cerco a tentoni strisciando lungo la parete. Il cellulare squilla nel momento meno opportuno. “Sei tu cara?...Sì, stavo entrando adesso...ma no no, tutto a posto! L’albergo? Ma no, c’è la casa…sì, stanotte mi sistemo qui...naturale”!. Da fuori il riflesso dei fari di un’auto che passa. Per un attimo l'interno dell’appartamento è illuminato a giorno. “…ma certo, certo…ma sì!...quello dell'agenzia dice che non è un buon momento, però ha capito , mi pare....ma sì, stai tranquilla! Vendiamo, vendiamo appena si può!” Contatore trovato. Luce nel corridoio. In cucina e nella sala da pranzo invece l’interruttore gira a vuoto. “Ahia…Che palle!...Ma no, niente, un po' di lampadine andate… Senti cara, ti chiamo domani, va bene?”. Adesso lei ha la voce di una bambina. ”...ma no, piccola...dai! Certo che mi manchi… Sì, mi arrangio…in cameretta, figurati! C'è ancora il m
Amore di qualcuna vale un viaggio sulla luna. Finalmente saremo per sempre inesistenti. Da chiunque vorrei la massima disattenzione.

HAIR - AQUARIUS

Meglio nessuno che chiunque. Che sia giorno oppure notte se c'é nebbia non ci si vede. Chiunque vale chiunque. Continuando a scavare dentro me stesso arriverò dall'altra parte. Finalmente ho frainteso. Su ciò di cui si deve tacere si può parlare. Finalmente sono stato fraternamente inteso. I casi fortuiti son come le stelle: sono milioni e a volte cadono.

BOB DYLAN & THE BAND - FOREVER YOUNG

SUI LIMITI DELLA LIBERTA'

Ovvio che, da un punto di vista giuridico, non può non porsi il problema dei limiti alla libertà individuale (ad es. alla libertà di espressione). Il tema peraltro non trova fondamento in questa o quella visione dell'etica, ma nell'assunto che gli individui, così come le loro libertà ed i "beni della vita" essendo tra loro solidali, devono in qualche modo trovare un "modo" per coesistere. E questo "modo" è la regola che ne definisce limiti e confini reciproci. 

JEANNE MOREAU - MILES DAVIS - LOUIS MALLE - PARIS 1958

FINE DELL'INFANZIA

Quando finisce l'infanzia? Certe sere è ancora come quando avevo otto anni e mi trovo a guardare dal letto immerso nel buio la luce che filtra di sotto la porta chiusa. E' ancora la porta chiusa che separa la mia cameretta dalla stanza dei miei genitori. Raramente, quasi mai ho oltrepassato quella porta. Non restava che attendere che la luce si spegnesse permettendomi finalmente di prendere sonno. Tutte le notti era così. Solo una volta fu l'imprevisto. Un urlo mi svegliò improvviso, come lo strillo di una bambina alla quale avevano spezzato le ossa, alternato a singhiozzi disperati. La luce sotto la porta si era accesa. Aspettavo inutilmente nella mia cuccia che il pianto finisse. Mi levai dal letto e raccogliendo tutto il coraggio che poteva avere un bambino mi appesi alla maniglia. La porta si aprì rivelando mia madre che giaceva in terra gemendo come un'infante cui hanno rotto la bambola e chiamando "Papà!" Mio padre, le mani sul volto, non sapeva che f

PERCEZIONI

Rombo di vecchi autocarri che scaricano ghiaia. Odio il continuo scavare martoriare la terra. Finestra che s'infrange lontana. Chi è entrato? Lampo nella sera estiva. Si avvisano i signori viaggiatori che l'autunno è alle porte. Il tuo volto riflesso sui vetri della finestra mi conferma che sei un sogno. Gusto dolciastro delle gelatine Elah alla prugna. Lo sento in sogno tutte le notti. Odore di stoffa ammuffita appartenuta alla zia sarta di mia madre. E' l'eredità della sua infanzia infelice.

"NON ROMPETECI I COGLIONI!!!" APPELLO DI FRANCOIS CAVANNA ALLE PERSONE RELIGIOSE

FRANCOIS CAVANNA morto nemmeno un anno fa, è stato uno dei fondatori di Charlie Hebdo ed era famoso per le sue sghignazzanti battute (una per tutte: «Se la tua mano destra ha commesso un'ingiustizia, cancella le impronte»). Si ricorda in questi giorni il suo "appello" alle persone religiose: «Voi, i cristiani, gli ebrei, i musulmani, i buddisti, gli scintoisti, gli avventisti, i panteisti, i testimoni di questo e di quello, i satanisti, i guru, i maghi, le streghe, i santoni, quelli che tagliano la pelle del pistolino ai bambini, quelli che cuciono la passerina alle bambine, quelli che pregano ginocchioni, quelli che pregano a quattro zampe, quelli che pregano su una gamba sola, quelli che non mangiano questo e quello, quelli che si segnano con la destra, quelli che si segnano con la sinistra, quelli che si votano al Diavolo, perché delusi da Dio, quelli che pregano per far piovere, quelli che pregano per vincere al lotto, quelli che pregano perché non sia Aids, quel

VIVE LA LIBERTE'!

RITORNO A CASA (LE VOCI DIETRO LA PORTA)

Arranco al buio nel corridoio d’ingresso, tastando le pareti in cerca del contatore. Inopportuno squilla il cellulare. E' lei, un po' preoccupata “Ah, sei tu! Scusa, entro in questo momento...no no, tutto a posto... quale albergo? Ma no! Stanotte mi sistemo qui…”. Da fuori il riflesso dei fari di un’auto illumina per un attimo l'interno della casa. “…ma certo, certo…il tipo dell'agenzia ha visto la casa. Dice che non è un buon momento, però ha capito... vendere, vendere prima possibile…”. Contatore trovato. Luce nel corridoio. In cucina e nella sala da pranzo, invece, gli interruttori girano a vuoto. “Maledizione!...No niente, un po' di lampadine andate… Senti cara… ti chiamo domani, dai!”. Adesso lei ha la voce di una bambina. ”...ma no, piccola...dai! Certo che mi manchi… Sì, mi arrangio…in cameretta, figurati c'è ancora il mio lettino... comodo, sì, dai! Un bacio. Ciao.” La telefonata è finita e nella casa vuota torna il silenzio. Quella non

AGORAFOBIA

Da un po’ di tempo le notti di Lisander erano turbate da un incubo ricorrente. Sognava d’essersi ritirato assai presto la sera, ma dopo un po’ di ritrovarsi sveglio fuori dal letto nel corridoio di casa. Avrebbe potuto facilmente accendere la luce, ma preferiva l’oscurità e anche così si sentiva abbastanza sicuro. Sotto la pianta dei piedi riconosceva il disegno consueto delle mattonelle. Cinque sei sette passi ed ecco la porta del bagno, al solito posto. All’improvviso avvertiva che non era più buio come prima. Ora gli sembrava che un’intensa luce provenisse dall’alto, come se si trovasse in un luogo aperto e illuminato. Forse una piazza che gli era ben nota della sua città. Lisander percepiva benissimo la luce artificiale dei lampioni, anche se teneva sempre gli occhi chiusi per paura di guardare. L’aria fresca e umida sul viso gli confermava che non era nel bagno di casa. Non vedeva nulla, ma riconosceva i passi frettolosi della gente che rincasa prima di cena, i rumori e i rumo

LA PRIMA CASA NELLA QUALE HO ABITATO

Nella casa in vicolo Pescatori dove ho abitato dalla nascita all'età di due anni adesso c'è un'agenzia delle assicurazioni. Passandoci davanti non ho mai avuto voglia di entrare né curiosità di sapere com'è oggi. Non conservo ricordi precisi di com'era l'appartamento in cui vivevo coi miei genitori. Ero troppo piccolo per ricordare adesso il numero o la disposizione delle stanze o l'arredo della mia cameretta.    A volte però mi sembra che affiorino strani suoni oltre la parete della memoria. Forse una canzone di Rita Pavone alla radio su in alto (ovviamente, perché ero molto più basso che adesso). Forse il ronzio del proiettore nel buio nel cinema sopra il quale si trovava la mia cameretta. Scoppi lontani e voci di cui non capivo la provenienza. Probabilmente l'eco dei films nella sala sottostante.    Queste confuse memorie auditive sono le prime della mia infanzia. Assolutamente confuse ed inconsapevoli, ma sicuramente più autentiche del mio cosid

POSTPRANDIUM

Da un po' c'è questo blog. All'inizio mi sono interrogato se si trattava di scrivere un diario “in pubblico” per dire qualcosa di me, oppure una specie di “giornale” in privato, per dire la mia su tutto quel ch'è fuori di me? Mah!? Alla fine ho deciso di metterci di tutto, di me e del mondo, restando(almeno per il momento) "in privato", ossia senza rendere visibile il blog se non a chi espressamente vorrò invitare. Comunque la cosa pià difficile sarà scrivere ogni giorno o anche a giorni fissi. Più probabile che sarà quando ho voglia e quando posso. Forse poco, forse quasi mai. E poi: quando scrivere? Molti consigliano sempre qualcosa all’inizio della giornata, al risveglio o magari appena prima di mettersi a lavorare, per farne uno strumento di programmazione quotidiana, una specie di “mattinale” o di sistematica dichiarazione d’intenti e buoni propositi…più probabile che finisca per scrivere (come adesso) nel dopopranzo, quando tutto è ancora confuso, anc

STRAGE A PARIGI NELLA REDAZIONE DI CHARLIE HEBDO

Nel sogno dell'altra notte sono io e sto dormendo nella casa di S. Giuseppe e sento che suonano al cancello. Non rispondo io, va mia madre che dice che non ci sono. Era un vecchio cliente marocchino che aveva urgenza di vedermi tutto preoccupato. E' da tanto tempo che non mi trova a lavorare. Dopo un po' suona il postino. C'è una convocazione urgente in Questura. Lunga attesa nel corridoio semibuio poi entro e c'è una bella ragazza che mi riceve. E' ministro dell'università, ma mi chiede, come avvocato, di convincere il mio cliente (è lo stesso di prima) accusato di terrorismo, di rinunciare alla prescrizione. E' suadente molto deferente, ma io sono irremovibile. Quando me ne vado, soddisfatto della mia fermezza, lei è molto delusa. 
Nel sogno di stanotte ho il sangue che mi cola dal naso. E' caldo e dolce, però mi dà fastidio e non so perché mi convinco che è sangue mestruale col quale mi sono sporcato avendo un rapporto con una donna mestruata. Mi lavo la faccia e il sapone diventa una poltiglia rossa e poi di tutti i colori. Mi spoglio perché ho la giacca e la camicia macchiati. Metto tutto nella lavatrice.