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FINE DELL'INFANZIA

Quando finisce l'infanzia? Certe sere è ancora come quando avevo otto anni e mi trovo a guardare dal letto immerso nel buio la luce che filtra di sotto la porta chiusa. E' ancora la porta chiusa che separa la mia cameretta dalla stanza dei miei genitori. Raramente, quasi mai ho oltrepassato quella porta. Non restava che attendere che la luce si spegnesse permettendomi finalmente di prendere sonno.
Tutte le notti era così. Solo una volta fu l'imprevisto. Un urlo mi svegliò improvviso, come lo strillo di una bambina alla quale avevano spezzato le ossa, alternato a singhiozzi disperati. La luce sotto la porta si era accesa. Aspettavo inutilmente nella mia cuccia che il pianto finisse. Mi levai dal letto e raccogliendo tutto il coraggio che poteva avere un bambino mi appesi alla maniglia. La porta si aprì rivelando mia madre che giaceva in terra gemendo come un'infante cui hanno rotto la bambola e chiamando "Papà!" Mio padre, le mani sul volto, non sapeva che fare e gemeva anch'esso. Poi si accorse di me e mi prese per un braccio rimportandomi nella mia cameretta. La porta si richiuse. Mia madre gridava ancora, sempre più forte. Malgrado affondassi la testa nel cuscino non riuscivo a cancellare quello strazio infinito. Poi tacque. Qualche bisbiglio ancora e lo spiraglio di luce di colpo si spense. Quella porta non fu aperta mai più.

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TRADUZIONI. SHAKESPEARE SONETTO 73

Quello che in me vedi è il tempo dell'anno In cui ingiallite foglie pendono dai rami e cadono rabbrividendo incontro al gelo nude rovine ove già cantavano gli uccelli. Quello che in me vedi è il crepuscolo del giorno Che ad occidente svanisce nella sera e piano piano la notte nera inghiotte ombra di morte in cui tutto si placa. Quello che in me vedi è il brillar del fuoco che tra le ceneri di gioventù giace come sul letto di morte in cui ha fine oggi consunta da ciò che la nutriva un dì. Questo di me tu vedi che l'amore tuo accresce Perché meglio tu possa amare chi lascerai tra poco. That time of year thou mayst in me behold,  When yellow leaves, or none, or few do hang  Upon those boughs which shake against the cold,  Bare ruined choirs, where late the sweet birds sang.  In me thou seest the twilight of such day,  As after sunset fadeth in the west, Which by and by black night doth take away, Death’s second self that seals up all in rest.  In me thou

Aquila di Lord Alfred Tennyson

Con artigli deformi la rupe afferra; Intima del sole su desolata terra ella si leva e l'azzurro mondo la rinserra. A lei s'inchina la superficie increspata; Dai suoi montani spalti ella scruta Ed è come la folgore precipitata. He clasps the crag with crooked hands; Close to the sun in lonely lands, Ringed with the azure world, he stands. The wrinkled sea beneath him crawls; He watches from his mountain walls, And like a thunderbolt he falls. ©trad.Bruno Martellone- Treviso, 3/3/2012

Shakespeare - Sonetto 35 (traduzione)

Per ciò che hai fatto non ti crucciare Le rose hanno spine, fango le fonti Eclissi e nubi coprono la luna e il sole Nella più dolce rosa un verme vive. Sbagliano tutti ma fu mio errore  difendere te frodando me stesso  Ora per scagionarti vado in rovina giustificando una colpa senza scuse. E poiché sono complice del tuo peccato sono ad un tempo tuo contraddittore E tuo avvocato e di me stesso accusatore E tanto in me duellano odio e amore Che contro la mia volontà faccio il palo alla dolce ladra che spietata mi deruba.