Come vivere senza l’ignoto davanti a sé?
Gli uomini d’oggi vogliono che l’opera poetica sia ad immagine della loro vita, così vuota di sguardi e di spazio e arsa d’intolleranza.
Poiché l'azione suprema non procura loro più alcun piacere, in questa preoccupazione fatale di distruggersi per mezzo del proprio simile, poiché la loro ricchezza inerte li frena e li incatena, indeboliti nell’istinto, gli uomini d’oggi si perdono, nel mentre si mantengono vivi, fino a mandare in cenere il loro nome.
Nata dall’appello del divenire e dall’angoscia del trattenersi, l’opera poetica, elevandosi dal suo pozzo di fango e di stelle, testimonierà quasi in silenzio che non c’era niente in lei che non esisteva in realtà altrove, in questo ribelle e solitario mondo delle contraddizioni. (R. Char, da Poème pulverisé)