Più di 30 anni fa ho fatto un giro per le montagne dormendo per rifugi, assieme a Mario F., mio compagno di studio all'università. Mario era il compagno ideale per quell'avventra, tranne un particolare: soffriva di vertigini. Se guardava in basso panicava letteralmente. Era arrivato a pretendere che ci legassimo col cordino per dei passaggi appena più ripidi, rifiutandosi altrimenti di andare oltre. Inutile spiegargli che non c'era altro pericolo se non quello d'inciampare nel cordino, col rischio allora sì di farsi male.
Girovagammo per boschi e ghiaioni all'incirca una settimana. L'ultima notte avevamo dormito al Rifugio Pramperet, in testa alla Valzoldana, svegliandoci prestissimo per il gran finale. Qualcuno sarebbe venuto a prenderci giù al passo Duran con l'auto per tornare a casa.
Non ricordo dove, ma ad un certo punto della discesa il sentiero si fece stretto e ripido. Camminavamo proprio in cresta, strapiombo a destra strapiombo a sinistra. All'inizio non ce n'eravamo accorti, perché una nuvola bassa ci aveva avvolti completamente. Tutto d'un tratto il vapore si dissolse. L'orrido sprofondava ai nostri lati ed era veramente pauroso. Mario non sapeva dove guardare e cominciò ad agitarsi afferrandosi a me che già faticavo a mantenere l'equilibrio. Non so come riuscimmo a venirne fuori. Poche decine di metri, ma non le dimenticherò.
Un po' di tempo fa ho sognato di ritrovarmi a quel punto. Dietro di me una voce affannosa che mi diceva: "piano, piano, attento che si cade!". Non vedevo chi fosse, ma mi sembrava la voce di Mario M. Un altro Mario, che di Mario F. era compagno di classe al liceo. Strana coincidenza. Con Mario M. ci siamo persi di vista fin dall'inizio dell'università. Io legge e lui filosofica, strade destinate difficilmente ad incontrarsi. E' solo da poco tempo che abbiamo ripreso i contatti. Comunichiamo "inter absentes", perlopiù via facebook o per telefono. Abbiamo rinviato un incontro di persona, non so quante volte. Sta di fatto che ancora non ci siamo visti di persona.
"Attento che si cade". La voce allarmata è la sua, di Mario M. Poi, nel sogno, arriviamo a valle. C'è un prato verde bellissimo, nessun motivo di avere paura. La voce di Mario M. tuttavia continua, alle mie spalle. "Piano! Attento! Si cade!".