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Pioggia nel sole d'aprile

Non è inizio d’estate questo caldo improvviso
Venuto col primo temerario sole d’aprile
Che scintilla baluginando nella pioggia verticale
Il traffico della sera giù nella strada
L’aria che sale dalla città crepuscolare
Confusione di stoviglie al piano di sopra
Odore di pesce arrostito e di vino
Il quotidiano assillo è interrotto da un palpito
Inaspettato: un pensiero d’amore.
Ti penso e - forse è vero - anche tu mi pensi.
E mi chiedo: perché?
Perché sono sempre più uniti i miei pensieri
Ai tuoi? Perché mentre mi parli di cose che so,
Sento l’altra tua voce, quella con cui a volte
Comunichi senza lasciare andare le parole
Quella che mi sussurra cose che non so
All’orecchio, piano che nessun altro senta?
Perché è diventata assurda l’idea
Di potere stare lontano da te?
Ecco, poco fa per esempio
Mi sembrava la tua voce alla radio
Ma forse tu canti con più cuore e forse
Non è canto questo che viene a tratti
Ma piuttosto pianto triste trattenuto
Come di gravida senza speranza di vita
Partoriente cui la nascita è negata.
Io potrei – l’ho pensato in silenzio:
Non sono questi pensieri che si dicono -
Io potrei esserti figlio, mi piacerebbe
Averti madre e forse tu ne hai bisogno
E quel canto o quel pianto vorrei che fosse
Come il canto di mia madre
Per poterti essere figlio, come tu vuoi.
Sarebbe forse la fine di una guerra.
Pensiero assurdo, mio e forse anche tuo
Inconcepibile come la pioggia che ora scende
Contraddicendo il sole d’aprile
E anzi sembra che risalga al cielo,
Vincendo la gravità di ciò ch’è stato
Diventando vapore, impalpabile nube.

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TRADUZIONI. SHAKESPEARE SONETTO 73

Quello che in me vedi è il tempo dell'anno In cui ingiallite foglie pendono dai rami e cadono rabbrividendo incontro al gelo nude rovine ove già cantavano gli uccelli. Quello che in me vedi è il crepuscolo del giorno Che ad occidente svanisce nella sera e piano piano la notte nera inghiotte ombra di morte in cui tutto si placa. Quello che in me vedi è il brillar del fuoco che tra le ceneri di gioventù giace come sul letto di morte in cui ha fine oggi consunta da ciò che la nutriva un dì. Questo di me tu vedi che l'amore tuo accresce Perché meglio tu possa amare chi lascerai tra poco. That time of year thou mayst in me behold,  When yellow leaves, or none, or few do hang  Upon those boughs which shake against the cold,  Bare ruined choirs, where late the sweet birds sang.  In me thou seest the twilight of such day,  As after sunset fadeth in the west, Which by and by black night doth take away, Death’s second self that seals up all in rest.  In me thou

Aquila di Lord Alfred Tennyson

Con artigli deformi la rupe afferra; Intima del sole su desolata terra ella si leva e l'azzurro mondo la rinserra. A lei s'inchina la superficie increspata; Dai suoi montani spalti ella scruta Ed è come la folgore precipitata. He clasps the crag with crooked hands; Close to the sun in lonely lands, Ringed with the azure world, he stands. The wrinkled sea beneath him crawls; He watches from his mountain walls, And like a thunderbolt he falls. ©trad.Bruno Martellone- Treviso, 3/3/2012

Shakespeare - Sonetto 35 (traduzione)

Per ciò che hai fatto non ti crucciare Le rose hanno spine, fango le fonti Eclissi e nubi coprono la luna e il sole Nella più dolce rosa un verme vive. Sbagliano tutti ma fu mio errore  difendere te frodando me stesso  Ora per scagionarti vado in rovina giustificando una colpa senza scuse. E poiché sono complice del tuo peccato sono ad un tempo tuo contraddittore E tuo avvocato e di me stesso accusatore E tanto in me duellano odio e amore Che contro la mia volontà faccio il palo alla dolce ladra che spietata mi deruba.